ASSICURATORI
MARITTIMI
DISCUTONO
DI
PIRATERIA
A
Parigi,
dal 18
al 21
settembre
2011, si
è
discusso
di
questioni
che
riguardano
l’evoluzione
del
rischio
navale e
di
sicurezza
marittima.
IUMI
(International
Union of
Marine
Insurance),
la
conferenza
che ha
visto
impegnati
per una
“due
giorni”
oltre
500
sottoscrittori
e
professionisti
specialisti
delle
assicurazioni
marittime
a
livello
mondiale.
Mr. Ole
Wikborg,
Senior
Underwriter
del Club
Navale
norvegese,
alla sua
prima
esperienza
come
presidente
della
conferenza,
ha posto
subito
l’attenzione
sulla
piaga
crescente
della
pirateria.
Piaga
che crea
impatto
negativo
sugli
equipaggi
delle
navi, i
loro
familiari
e
armatori;
sul
versante
economico,
la
pirateria,
minacciata
o
effettiva,
crea una
rottura
sul
commercio
mondiale
e sui
costi
che
armatori
ed
assicuratori
devono
affrontare
per
poter
sostenere
queste
“rotte”.
Wikborg
ha
spiegato:
“In
realtà,
qualunque
altro
tema
scelto
per la
IUMI, ci
avrebbe
costretto
a
parlare
di
pirateria
perché è
qualcosa
che è
molto
più
importante
di
qualsiasi
altro
ordine
del
giorno
corrente
per la
nostra
conferenza.
E’
importante,
doveroso
per noi,
rispondere
alle
esigenze
dei
nostri
clienti
dando
lorosicurezza
finanziaria
quando è
necessario“.
Anche se
la
pirateria
è
problema
in
crescita
sia dal
punto di
vista
assicurativo,
economico,
ma
soprattutto
umanitario,
bisogna
riflettere
che la
zona di
mare
interessata
dai
pirati
si sta
allargando,
con
conseguente
aumento
dell’attività
di
pirateria
interessando
sempre
più un
numero
maggiore
di navi.
Visto
che gli
assicuratori
marittimi
del
mondo,
non sono
esperti
della
politica
interna
della
Somalia
e del
suo
stato di
diritto
marittimo,
è
compito
dei
governi
internazionali,
interessati
dalle
proprie
navi
sotto
pirateria,
trovare
una
soluzione,
qualunque,
ma
operativa,
se
vogliamo
affrontare
questo
problema.Le
azioni
di
protesta
da parte
di
associazioni
portano
solo
consapevolezza
del
problema,
ma non
danno
soluzioni
operative;
tipica
l’azione
dell’associazione
SOS (Save
Our
Seafarers)
che sta
sollecitando
i
governi
interessati
ad
adottare
una
posizione
unitaria
e più
ferma
contro
la
pirateria,
soprattutto
in
Somalia;
SOS
stima
oltre
2000 i
pirati e
che
operano
in 130
bande
ben
organizzate
e ben
armati.
Il primo
giorno
della
conferenza,
IUMI, ha
confermato
che la
Somalia
rimane
la
minaccia
più
forte
per una
spedizione
marittima,
e con
più di
400 i
marittimi
attualmente
prigionieri
su 20
navi.
Inoltre,
secondo
i
rapporti,
assicurativi
marittimi,
attualmente
sono 21
paesi
colpiti
da un
certo
grado di
pirateria
al largo
delle
loro
coste.
Si è
sottolineato,
già il
primo
giorno
della
conferenza,
che
risolvere
il
problema
della
pirateria
richiede
un
cambiamento
nella
capacità
di
governare
della
Somalia
ed una
più
efficace
attività
di
polizia
marittima
nelle
sue
acque.
Nel
frattempo,
gli
assicuratori
marittimi
hanno
maturato
un’esperienza
tale da
affrontare
le
conseguenze
degli
attacchi.
Sulla
controversia
di
imbarcare
guardie
armate
su navi
mercantili,
Wikborg
ha
spiegato
che IUMI
ha
sempre
considerato
questo
un
problema
di
autodecisione
per gli
Stati di
bandiera
delle
navi.
“La
Norvegia
ha
assunto
un ruolo
guida in
questo
ed ha
anche
elaborato
orientamenti
chiari
sulle
qualifiche
delle
guardie
armate.
Direi
che è
una
mossa
molto
responsabile
da parte
del
governo
norvegese,
che è
stato
ben
accolto
presso
l’IMO
(International
Maritime
Organization).
Altri
Stati di
bandiera
sono
interessati
a
seguire
l’esempio
e IUMI
è, in
linea di
principio,
favorevole
a tutto
ciò che
possa
salvagurdare
il
commercio
globale”,
ha
ribadito
il
presidente
della
conferenza
Wikborg.L’ultimo
giorno
della
conferenza
si è
parlato
delle
sanzioni
su
contenitori
in
“sovrappeso”
trasportati
da navi;
altro
fenomeno
che sta
crescendo
e sta
interessando
assicuratori
e studi
legali.
Wikborg,
alla
fine ha
proposto
delle
modifiche
allo
statuto
dell’unione
per
consentire
alla
IUMI di
essere
al passo
con i
tempi
moderni.
Abele
Carruezzo
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