MARITTIMI
Tirrenia-Siet, De Feudis: Idv e' al fianco dei
lavoratori
Roma, 30
NOV (Il Velino) - "L'Italia dei Valori fara' tutto
quanto e' nelle sue possibilita' per affiancare i
lavoratori della Tirrenia e della Siet che oggi
rischiano il posto di lavoro e la dignita' di padri
di famiglia". Cosi' Sebastiano De Feudis, segretario
regionale Idv, conferma la sensibilita' dimostrata
da Antonio Di Pietro nell'incontro avuto a Bari con
le delegazioni dei dipendenti delle aziende pugliesi
messe in crisi "da manovre poco chiare e che
intendiamo approfondire sia a livello regionale che,
con il presidente Di Pietro, a livello nazionale",
sottolinea De Feudis. "La situazione per noi della
Tirrenia e' tragica: ci stanno togliendo l'ultima
nave disponibile per il collegamento Bari-Durazzo,
che rischia di saltare completamente, privando la
Puglia di un ponte turistico ed economico strategico
con l'Albania, e nonostante i 34 mila passeggeri
registrati ogni anno che dimostrano la produttivita'
e, quindi, la convenienza del collegamento
marittimo. Benche' la Tirrenia sia un'azienda a
compartecipazione statale, si vuole dare la nave ad
un imprenditore di Ancona a scafo vuoto, vale a dire
senza il personale ora occupato, cioe' noi, cosi'
che l'imprenditore di Ancona puo' assumere altra
gente lasciandoci in mezzo alla strada", hanno
riferito a Di Pietro i lavoratori della Tirrenia.
"Un'impresa statale che manda al macero posti di
lavoro e opportunita' e' una cosa completamente
illogica e vergognosa. Per questo Di Pietro si fara'
carico di capire le ragioni di queste strane manovre
che sul piano nazionale interessano 722 lavoratori,
oltre 50 dei quali pugliesi", commenta De Feudis.
Altra vicenda ingarbugliata e' quella che riguarda i
dipendenti della Siet, la societa' che aveva in
appalto il servizio trasporti all'Ilva di Taranto.
Con la privatizzazione, nel febbraio 1999 l'azienda
chiude ma il giorno dopo vengono riassunti gli
stessi dipendenti con livelli e stipendi di molto
inferiore. "Si comprende come - ha spiegato a Di
Pietro Angelo Campanella, a nome dei lavoratori - al
danno degli stipendi piu' bassi si aggiunge la beffa
delle forti ripercussioni sul piano contributivo e,
quindi, pensionistico". A Di Pietro, i dipendenti
hanno chiesto di portare in Parlamento la questione
del deposito della sentenza che avrebbe dovuto
scrivere la parola fine sulla vertenza ingaggiata
con l'azienda
30-11-2010
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