In termini di perdita di vite umane, fu la più grande catastrofe della marina civile italiana in tempo di pace.
Una tragedia che a 29 anni di distanza presenta ancora lati oscuri.
A parlarne a Sputnik Italia è il signor Florio Pacini, che ai tempi della tragedia era direttore dell’Ufficio acquisti della Nav.Ar.Ma, la compagnia armatrice del traghetto. Quando la nave a rimorchio arrivò nel porto di Livorno, fu lo stesso Florio Pacini a fornire ai vigili del fuoco lo schema dei piani della nave e le indicazioni di accesso al traghetto, nonostante ciò ed il suo ruolo in compagnia, la sua testimonianza non venne mai presa in considerazione dalla magistratura.
Nel 2016 il sig. Pacini è riuscito a presentare la sua versione dei fatti in tre audizioni davanti alla Commissione sulla strage del Senato della Repubblica; alla data attuale, tuttavia, anche questo atto non ha sortito alcun effetto significativo.
— Signor Pacini, secondo la Sua versione dei fatti cos’è successo la notte del 10 aprile 1991 al traghetto Moby Prince?
— Alle 22:14 la Moby Prince in uscita dal porto di Livorno fece rotta per 220/225° (come sempre per recarsi ad Olbia in Sardegna), quella sera sulla sua rotta (in zona divieto ancoraggio) vi era una petroliera della SNAM gruppo Agip ENI. Sul ponte comando della Moby cambiarono la rotta per 200/205° per passare a poppa della petroliera, lasciando sulla propria sinistra due mercantili carichi di armi ed esplosivi militarizzati da.......clicca qui per la'rticolo completo