Cinquantotto anni fa il sacrificio dell’equipaggio della petroliera LUISA

Cinquantotto anni fa il sacrificio dell’equipaggio della petroliera LUISA

La petroliera“Luisa” era iscritta al compartimento di Palermo, ma era di proprietà di una società veneziana, la Cosarma.

La petroliera di 31mila tonnellate fu distrutta da un gigantesco rogo a Bandar Mashous,il giorno 5 del 1965 nel golfo Persico.

Il suo equipaggio era composto da 41 marittimi , tra cui Siciliani, Pugliesi, Napoletani e di altre regioni d’Italia.

La petroliera Luisa era giunta a Bandar Mashur, il più importante porto per l’esportazione del petrolio iraniano. Era stata noleggiata dal consorzio petrolifero iraniano e stava effettuando al molo 1 un carico di 25.000 tonnellate di greggio destinato all’Italia.

Purtroppo proprio al completamento delle operazioni nella caldaia della nave si è verificò un esplosione. Tempestiva fu la decisone da parte del Comandante per allontanare la nave dal molo, evitando così che le fiamme giungessero ai magazzini del porto e quindi la tragedia sarebbe stata ancora piu’ grande

Fu proprio questo disperato tentativo che si scongiurò una catastrofe peggiore. La nave in fiamme si allontanò sempre più dal porto, cominciandosi a inclinarsi fino a capovolgersi.

Le fiamme invasero il mare e anche se i marinai si fossero buttati in acqua sarebbero stati accerchiati dalle fiamme.

 Alla fine la Luisa affondò e ventotto dei quarantuno membri dell’equipaggio persero la vita. L’unico scampato, ma bruciato in gran parte del corpo, fu Nicola Favaloro un mozzo di appena 19 anni.

Una tragedia che viene sempre ricordata specialmente nei paesi da dove partirono i poveri marinai.

I funerali furono svolti senza le salme dei propri cari. I resti umani che furono ritrovati non hanno dato la possibilità di risalire ad un’identificazione e quindi furono posti con unica sepoltura al cimitero di Venezia, luogo deciso dalla società Cosarma.

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