1° MAGGIO: SICILIA FESTA DELLAVORO CHE NON C'E' Quale futuro per i nostri giovani?

 di Agostino FALANGA *

Sembra una pugnalata alle spalle, più che “Unni chiovi? Supra o vagnatu!”.

In coincidenza della vigilia del 1° MAGGIO si chiudono i conti statistici dell’anno 2018 sulla disoccupazione in Sicilia con un risultato “eccellente”: 300 mila giovani che non studiano e non lavorano! C’è da brindare per una regione ridotta al collasso? Chiaramente no! Almeno per noi anche se qualcuno potrebbe dire: “ Ben vi sta! Voi avete scelto la vostra classe politica e chi è causa dei suoi mali, pianga se stesso!”. Affrontiamo oggi uno dei gravi problemi della nostra meravigliosa Isola di Sicilia: l’arretratezza delle infrastrutture, il cui sblocco sarebbe un volano fantastico per il lavoro e l'economia. Per essere più chiari, anche se un po' lunghi, ci sia permesso un breve excursus storico. Infatti possiamo affermare senza ombra di smentita che “non c’è futuro per la Sicilia senza Infrastrutture adeguate”. Sembrerebbe una frase fatta e scontata per tutti. Sicuramente lo era duemila anni fa per i Romani che creavano il più grande Impero della storia antica. I Romani, come tutti sappiamo, per prima cosa realizzavano le strade che collegavano Roma con tutte le terre conquistate. Quelle strade sono ancora presenti anche in Sicilia e sono ancora le più importanti nonostante il tempo trascorso. Per la Uiltrasporti Sicilia il tema delle infrastrutture è il tema centrale del sottosviluppo del Sud e della Sicilia.

La Sicilia dal 7° posto per PIL pro capite agli inizi degli anni 60, è precipitata inesorabilmente al penultimo posto dietro la Calabria ed è la penultima regione europea, su 243 regioni considerate, per numero di occupati: solo il 52,2% dei cittadini tra i 20 e i 64 anni ha un lavoro.

La mancanza di occupazione, l’emarginazione, il sottosviluppo, hanno un solo nome: la mancanza di investimenti strategici nelle infrastrutture. La mafia è solo la conseguenza della povertà. Senza lavoro e senza sviluppo, la mafia non potrà essere vinta. Come fossimo cittadini delle colonie, lo Stato centrale a sud di Salerno non investe o demanda tutto ai Fondi strutturali Europei che dovrebbero invece integrare gli investimenti statali. Mancando l’alta velocità e l’alta capacità, i collegamenti dei porti per navi portacontainer, il ponte sullo Stretto e quindi le linee TAV in Sicilia, le regioni più meridionali non possono attrarre investitori, si perde

La Uiltrasporti nelle Province e nelle Regioni lavoro e le imprese delocalizzano o chiudono. C’è una sola speranza: che il popolo con l’aiuto dei suoi rappresentanti istituzionali abbia la forza di ribellarsi al giogo che impedisce ai cittadini più meridionali di alzare la testa. Per questo la Uiltrasporti Sicilia vuole organizzare un convegno che costituisca la premessa per trovare soluzioni. Un tempo al sistema viario terrestre si associava il commercio via mare. Oltre ai piccoli caricatori, erano soprattutto i porti di Palermo, di Messina e in minor misura di Trapani, a gestire il traffico; alterne fortune ebbero i porti secondari di Termini, Marsala, Porto Empedocle, Siracusa, Augusta.

Il commercio gravitava sul mare, l’accesso ai trafci "internazionali" nei quali I'Isola era inserita. In Sicilia, l'obiettivo economico di fondo dell’ assetto viario era quello di permettere un collegamento rapido dall'interno verso la costa e viceversa. In un primo periodo (fino al 1838) furono privilegiate le province di Palermo, Catania e Messina, certamente in considerazione della gerarchia amministrativa; successivamente (fino al 1860), fu soprattutto la Sicilia sudorientale a registrare una notevole accelerazione nella costruzione delle strade. Logiche diverse sembrano dettare le varie fasi del processo. In una prima fase è la Capitale a farla da padrone, definendo un assetto viario che le consentì non solo di essere in rapido contatto col suo hinterland, ma anche di penetrare nell'Isola verso ovest (Trapani, Marsala), verso sud (Corleone) ed est (Caltanissetta). Ancora non desueta, la rete trazzerale della Sicilia assicura una penetrazione capillare nel territorio, soprattutto in relazione al trasporto sulla costa dei prodotti dell’ interno. Nell'arco di un secolo, tra il XVIII e il XIX secolo la rete viaria ridefinì anche l'armatura urbana dell’Isola. Le carte rivelano che per i percorsi postali, che oramai ricalcano quelli stradali, i tempi di percorrenza si erano più che dimezzati: nel 1714 per recarsi da Palermo a Caltanissetta occorrevano due giorni, alla metà dell'Ottocento occorreva meno di un giorno; da Palermo a Catania il tempo da quattro giorni si è ridotto a due. L'Isola si è fatta più piccola, i percorsi più "veloci", le mura anche se ci fossero ancora, non avrebbero più nulla da segnalare né da difendere. Arrivando ai giorni nostri ci rendiamo però conto che le infrastrutture in Sicilia non sono oggi al passo con i tempi. Molte strade interne sono rimaste le stesse degli inizi del secolo e pertanto non più adeguate alla odierna tipologia di circolazione.

Pare assurdo ma oggi un turista che vuole passare dalla costa tirrenica ad Agrigento, si perde in un viaggio interminabile su strada o in un viaggio allucinante con la ferrovia. Così come possiamo pensare di essere competitivi? Al Presidente della Regione Sicilia Musumeci, come sindacato, chiediamo di avere idee concrete affinché la Sicilia si adegui alle altre regioni italiane cominciando dalle strade. La Uiltrasporti vuole una Sicilia moderna e per questo non si può fare a meno anche di un'efficiente rete autostradale. Si dovrebbe completare la rete autostradale realizzando il periplo della Sicilia ed adeguare alle norme Europee le autostrade: Catania - Palermo , Catania - Messina, Messina - Palermo, Palermo - Trapani per renderle più sicure. Poi velocemente completare/migliorare le tratte Mistretta-Gela , Palermo- Agrigento, Ragusa – Catania.

La Uiltrasporti Sicilia ritiene che una moderna rete ferroviaria sia fondamentale e deve essere adeguato l’esistente per renderlo funzionale all’Utente. Prima di pensare all’Alta velocità penso sia giusto pensare ad una rete ferroviaria che colleghi le città siciliane in tempi normali per il Terzo millennio. Un bisogno ineludibile per tutta la rete siciliana. Oltre al sistema viario ed al sistema ferroviario non possiamo pensare alla crescita se non pensiamo al principale mezzo di collegamento veloce ossia l’aereo. Per questo dovrebbero essere ampliati tutti i nostri aeroporti: sia i principali di Catania e Palermo, sia quelli di Comiso, Trapani, Pantelleria e Lampedusa. Per efficientare l’intermodalità è necessario completarla con i porti, sia commerciali che industriali senza trascurare quelli turistici.

Tutti i porti della Regione, Palermo, Messina, Catania, Trapani vanno adeguati alle sempre maggiori necessità dei traffici internazionali: crocieristici, merci e passeggeri. Senza dimenticare i Porti di Augusta, Siracusa, Gela, Porto Empedocle, Sciacca, Marsala. Noi della Uiltrasporti Sicilia ci rendiamo conto che ognuno di questi argomenti avrebbe meritato uno studio specifico. Penso che non potremmo mai dirci un'Isola moderna in grado di competere in questo mondo globalizzato se in tempi rapidi non ci adegueremo per affrontare le sfide che il Terzo millennio ci impone. Avremo modo in futuro di approfondire questi temi. Intanto i giovani siciliani non riescono a trovare uno sbocco lavorativo nella propria terra. Così emigrare sembra l’unico modo, doloroso e drammatico, per un futuro dignitoso. Se in Italia un giovane su quattro non lavora e non studia, il dato è già di per sé desolante, in Sicilia la percentuale sale addirittura al 39,5 per cento: quasi la metà della popolazione tra i 15 e i 29 anni non lavora e non studia. Sono constatazioni amare e purtroppo reali, per cui abbiamo assoluto bisogno di interventi strutturali che facciano ripartire l’economia reale mettendo al centro il tema del lavoro. Questa la preoccupazione dei Sindacati. Il rilancio passa dal futuro dei giovani laureati che sono costretti dal Sud ad andare all’estero. La Sicilia ne ha contati addirittura 75 mila in fuga; questo significa perdere il futuro, per questa regione e per il resto del Paese.  Gli strumenti di accompagnamento verso l’occupazione già adottati, come l’alternanza scuola-lavoro, non sono sufficienti se prima non si creano i posti di lavoro attraverso la crescita e lo sviluppo. Posti di lavoro che mancano sia per i giovani che non hanno ancora avuto esperienza, sia per gli adulti che perdono il lavoro e concludono il percorso degli ammortizzatori sociali senza trovarne un altro, la cosiddetta disoccupazione di ritorno. La Uiltrasporti da tempo ha chiesto al riguardo con urgenza un piano straordinario nazionale e concertato con la Sicilia per il lavoro, lo sviluppo e il Sud. A dispetto di tutte le dichiarazioni più o meno rassicuranti e ottimistiche i dati reali che Eurostat ha consegnato testimoniano che la Sicilia è tra le 5 regioni di Europa con la più alta percentuale di disoccupazione generale, mentre è davvero drammatico il tasso di disoccupazione giovanile. In questa graduatoria della disperazione la Sicilia si trova al quarto posto dopo le due regioni spagnole e la Calabria. La proposta della Uiltrasporti è quella di un grande piano per il lavoro concentrando gli investimenti (almeno il 45 per cento nel Sud) sulle Infrastrutture, sulla tutela del territorio, sulla riqualificazione dei centri storici e delle periferie. Alla classe dirigente più avveduta il compito di sostenere lo sviluppo e il lavoro. Per quanto ci riguarda e mi riguarda, lo farò e lo faremo con più forza e incisività in sintonia con le forze sociali. Sul fronte dei lavori ferroviari, l’Assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, sarà al Ministero dello Sviluppo economico "per sollecitare l’emanazione degli input necessari a fare ripartire i cantieri”. Ad esempio il commissario della Tecnis attende indicazioni riguardo all’anello ferroviario di Palermo, il cui completamento è legato alla cessione del ramo d’attività alle imprese che succedono in graduatoria; si è riusciti a sbloccare il passante ferroviario di Palermo, ma ancora mancano le stazioni di Capaci, via Lazio e interventi a Sferracavallo. Per la manutenzione della viabilità interna la Regione ha stanziato 250 milioni e ha appena firmato la convenzione con cui le ex Province, che non hanno più i mezzi per fare i progetti, affidano al Dipartimento regionale tecnico, che opererà in sinergia con la nuova Struttura regionale di progettazione e con le categorie dei liberi professionisti, il compito di redigere gli elaborati. Infine, dopo il crollo del Ponte Morandi, sono stati censiti 1.900 punti di criticità sui viadotti in Sicilia, ma l'Anas ancora non è riuscita a dare risposte circa il monitoraggio degli interventi da eseguire. Per questo sono stati stanziati 5,4 milioni contando di coinvolgere in questa attività i liberi professionisti. In Sicilia ci sono opere da sbloccare per 10 miliardi di euro. Di queste, buona parte sono di competenza di Anas e Rf, società dalle quali il governo regionale, nonostante sia in pressing da oltre un anno, non riesce ancora ad ottenere la soluzione dei problemi sorti e, in PER LE STRADE D’EUROPA Maggio 2019 39 La Uiltrasporti nelle Province e nelle Regioni alcuni casi, persino le progettazioni. Sono fondi che saranno revocati se gli appalti non saranno afdati entro il 2021, evenienza che la Sicilia non potrebbe sopportare. Ecco perché il governo regionale deve percorrere tutte le strade possibili per intervenire con ogni mezzo e ottenere al più presto risultati concreti da Anas e Rf. Fulvio Bellomo, dirigente generale del dipartimento regionale Infrastrutture, lo ha detto intervenendo ad un incontro organizzato da Ance Sicilia sul Bim, la nuova metodologia informatica che, attraverso la digitalizzazione dei progetti, può velocizzare il passaggio dalla concezione dell’opera alla fase del progetto fno all’apertura e gestione rapida e razionale del cantiere. Infne sono disponibili 5 miliardi per la velocizzazione della ferrovia Palermo-Catania ma da due anni Rf non riesce a tirare fuori un solo progetto. Una lentezza inspiegabile. Fra le nuove opere viarie da sbloccare, ci sono la tangenziale di Gela per 316 milioni, la tangenziale di Catania per 214 milioni, la tangenziale di Agrigento per 200 milioni». Per fare il punto dei settori della Uiltrasporti Sicilia appare utile rassegnare quanto segue per ciascuno di essi. Porti : una buona notizia per Palermo ossia il Mit ha approvato un fnanziamento di 75,5 milioni per sbloccare l’intesa Fincantieri ed Autorità Portuale per la costruzione di un bacino di carenaggio da 150 mila tonnellate. Sarà utilizzato per la costruzione di navi da crociera e le altre attività tipiche del Cantiere. Sarà sopra tutto un fattore importantissimo per la crescita del Territorio e per nuovi posti di lavoro. A fronte di questa buona notizia si contrappone lo stallo del rinnovo del CCNL dei portuali che, assieme al tentativo datoriale di azzerare la categoria (vedi autoproduzione) ha costretto i Sindacati a proclamare uno sciopero di 24 ore il 23 maggio. Se questo non sarà sufficiente a far ripartire le trattative i Lavoratori sono pronti alla mobilitazione.

Multiservizi: Il settore soffre a livello nazionale la mancanza del rinnovo contrattuale scaduto da oltre 72 mesi. Una criticità che coinvolge oltre 600.000 lavoratori ed ha costretto i Sindacati a promuovere lo sciopero di 24 ore il prossimo 31 maggio.

Trasporto Aereo: I Sindacati hanno preso atto che a fronte della crescita di passeggeri e voli, sussiste una serie di fallimenti incomprensibili. La stessa vicenda Alitalia pare in stallo e non promette nulla di buono. Per tutto questo i Sindacati hanno proclamato una nuova azione di sciopero il prossimo 21 maggio.

Rider: La Segreteria Nazionale da sempre ha affrontato il problema di questi lavoratori privi di tutele, anche le più elementari. L’azione sindacale sembra dare buoni frutti verso una regolarizzazione dei rapporti di lavoro, una necessità fortemente avvertita anche in Sicilia non esente dalle criticità in essere per questi Lavoratori.

Trasporto Pubblico Locale: In Sicilia è un settore in profonda crisi per i debiti che le Società hanno accumulato nel tempo. Si aspetta una legge di assestamento del bilancio, vale circa 300 milioni, e che MIT e Regione mantengano l’impegno preso nella Conferenza Stato Regioni (debiti spalmati in 30 anni). In particolare i Sindacati sono vigili affinché non intervengano ulteriori “tagli” ai fondi regionali che sarebbero un vero disastro per tutto il Settore e per i cittadini.

 

◆ * Segretario Regionale Uiltrasporti Sicilia 

 

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