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UGL MARE E PORTI. PREOCCUPAZIONI PER L'AVVIO DI LICENZIAMENTO COLLETTIVO DI 72 DIPENDENTI SOCIETA' LIBERTY LINES.

Messina - «Esprimiamo forte preoccupazione per l’avvio delle procedure di licenziamento di 72 dipendenti della società di navigazione “Liberty Lines” in seguito alla mancata proroga del contratto da parte del Ministero dei Trasporti relativamente al collegamento marittimo Messina – Reggio Calabria». Lo hanno dichiarato il segretario provinciale dell’Ugl Messina, Antonino Sciotto, e il segretario regionale “Ugl”, Giuseppe Messina, dopo aver appreso la decisione di “Liberty Lines Spa” di attivare la procedura ex art. 24 L. 23.07.1991 n. 223, annunciando il licenziamento in blocco del personale impiegato nel servizio di trasporto marittimo veloce di passeggeri da Messina per Reggio Calabria.

Secondo la società trapanese, la situazione di eccedenza del personale sarebbe stata determinata proprio dal Ministero dei Trasporti, che in vista della cessazione del contratto di appalto, in scadenza il 30 settembre c.a., non avrebbe ancora manifestato l’intenzione di procedere ad una proroga o alla stipula di un nuovo contratto, nonostante i ripetuti solleciti della società. Da qui il provvedimento di “Liberty Lines”, che si dice «costretta dal primo ottobre 2018 a cessare tutte le attività dal porto di Messina verso Reggio Calabria».

Immediata la presa di posizione dei segretari provinciali delle Federazioni Ugl “Mare” e “Autonomie Locali”, Giacomo Nicocia e Giovanni Panebianco, i quali hanno richiesto ai vertici societari un incontro urgente «per ottenere – affermano i due sindacalisti – informazioni dettagliate sulle cause che hanno determinato tale situazione e per esaminare i motivi alla base dell’eccedenza di personale dichiarata». Nicocia e Panebianco chiedono, contestualmente, di valutare la possibilità di una diversa utilizzazione di tutti o di alcuni lavoratori all’interno dell’azienda, anche attraverso forme flessibili di gestione dell’organizzazione del lavoro. «Non crolli il ponte della mobilità dello Stretto» è l’appello lanciato dai due segretari di federazione, che aggiungono: «Chiediamo un puntuale intervento da parte della Direzione Generale per il Trasporto marittimo e per Vie d’acqua interne del Ministero dei Trasporti, nonché delle istituzioni territoriali, al fine di garantire mobilità per i passeggeri dello stretto, occupazione per il personale che svolge servizio di navigazione e adeguate sovvenzioni per chi intenda fare impresa nell’ambito dei collegamenti nell'area dello Stretto, in un territorio che negli anni ha subito i danni di una classe politica assente».

E di misure per fronteggiare le eventuali conseguenze dei licenziamenti, soprattutto sul piano sociale, ha parlato il segretario provinciale “Ugl” Antonino Sciotto: «In riva allo stretto si rischia una macelleria sociale. Il programma di licenziamento collettivo prospettato da “Liberty Lines” colpirebbe come una mannaia 72 famiglie, anche perché la società non è soggetta alla normativa sulla cassa integrazione e sulla mobilità. Per questo non sarebbero programmabili eventuali misure atte a fronteggiare le conseguenze sul piano sociale. Sulla base di tali considerazioni, chiediamo al Governo centrale, al Ministero competente e a tutte le istituzioni coinvolte l’assunzione di un impegno forte a tutela dei lavoratori».

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