Concorrenza sleale: Moby batte Grimaldi

OLBIA. Concorrenza sleale. Con questa accusa il tribunale civile di Milano ha condannato la Grimaldi group per la campagna promozionale ingannevole che anni fa prometteva nelle rotte del Tirreno (anche quelle da e per la Sardegna) biglietti con tariffe vantaggiose che però non corrispondevano alla realtà. A citare in giudizio la Grimaldi era stata la rivale storica, la Moby della famiglia Onorato. Insomma, una coda giudiziaria della battaglia navale senza esclusione di compi che da tempo vede impegnati i due armatori. Il processo civile a Milano è andato avanti per qualche anno, assolutamente in sordina, sino a giungere alla sentenza lo scorso agosto (anche quella passata in silenzio). Il dispositivo è stato pubblicato ieri sui quotidiani Repubblica e Corriere della sera, nonché sul periodico Airone.

Per Moby si tratta di una vittoria di principio, nel senso che il tribunale ha dato ragione al gruppo Onorato nella sostanza dei fatti ma ha rigettato la richiesta di un risarcimento del danno, dichiarandola infondata. 

Nel dettaglio, il tribunale civile di Milano in composizione monocratica (la sezione specializzata in materia di imprese) con la sentenza ha parzialmente accolto l’istanza della Moby, parte attrice. Infatti, ha accertato che “i messaggi pubblicitari della Grimaldi costituiscono concorrenza sleale”. Pertanto lo stesso tribunale ha inibito alla stessa Grimaldi ogni ulteriore diffusione, con qualsiasi mezzo, anche su Internet. Il giudice Alessandra Dal Moro ha anche fissato a carico della Grimaldi group una penale (10 mila euro) nel caso di violazione della prescrizione. Il giudice ha ordinato la pubblicazione della sentenza a cura di Moby e a spese di Grimaldi. Infine, però, il tribunale non ha accolto la richiesta del gruppo Onorato di un risarcimento del danno subito (“in quanto infondata”, si legge nel dispositivo pubblicato). Le spese del giudizio sono state compensate tra le parti.(m.b.)

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