COMUNICATO
STAMPA
Tirrenia-Cin/Moby-Lines:
Paolo Fantappiè (Uiltrasporti)
“Delle due l'una: o il Governo è
incredibilmente distratto o è in
malafede”
Il silenzio del
Governo, in concorso con altri,
sull’operazione, già in fase di
conclusione, di acquisizione del
100% di Tirrenia-Cin da parte della
Moby- Lines, oltre che incredibile e
assurdo è anche sospetto!
Come può,
infatti, andare felicemente in porto
un’operazione che ripropone di fatto
un evidente regime di monopolio nei
collegamenti con le nostre Isole
Maggiori senza che ci sia stato un
assenso preventivo del Governo o di
qualche suo autorevole
rappresentante e della stessa
Autorità Garante della Concorrenza
e del Mercato?
Se così invece
non fosse come ci auguriamo, ci
troveremmo in presenza del Governo
più colpevolmente distratto e
disattento della storia d’Italia!
Apprendiamo
oggi, da un settimanale
specializzato, molti dettagli
dell’operazione, in fase avanzata di
realizzazione, alcuni dei quali
aumentano le nostre preoccupazioni.
Riteniamo, pertanto, opportuno
sottolineare: in primis i cento
milioni necessari per acquisire il
100% delle due aziende verrebbero
reperiti da un prestito concesso da
fondi (il maggiore l’americano
Oaktree) che finanziano ad altissimi
tassi di interesse e che la
restituzione del prestito, viene
ipotizzata, essere possibile grazie
a un Ebtda (margine operativo lordo)
stimato in 120 milioni per
quest’anno e 140 per il 2015 (60
milioni Tirrenia + 60 milioni Moby +
20 di sinergie di rotte e costi).
A questo punto
una seppur sintetica analisi è
necessaria per comprendere le
ragioni per le quali riteniamo che
nel caso che l’operazione riuscisse
davvero, ciò porterebbe
inevitabilmente al sicuro
fallimento sia di Tirrenia che di
Moby Lines. Il preannunciato taglio
di 20 milioni, quelli legati a
‘sinergie di rotte e costi’ in
realtà altro non significano che
taglio di rotte, di servizi e di
personale, avvalorando tutte le
nostre preoccupazioni. E anche i 60
mln + 60 mln di margine operativo
lordo delle due società sono molto
sovrastimati in quanto è abbastanza
facile pronosticare che per
sopperire al preannunciato taglio di
linee e di personale, armatori come
Aponte e Grimaldi metteranno senza
perdere tempo le loro navi su queste
rotte, abbassando conseguentemente
di molto l’Ebtda prevista per
Tirrenia e Moby. Apprendiamo
altresì, tra le altre inquietanti
cose, che il prestito concesso dal
MEF alla Moby Lines per permetterle
di acquisire il 40% di Tirrenia al
momento della sua privatizzazione
verrebbe pagato anche utilizzando i
72 milioni annui di fondi pubblici
corrisposti a Tirrenia per garantire
i servizi dovuti.
Considerata,
infine, l’assenza della politica
nonché del Governo in tutta questa
vicenda, che ribadiamo non essere un
affare tra privati dal momento che
si utilizzano risorse pubbliche e si
realizzerebbe un monopolio con danni
per i cittadini isolani e per i
lavoratori di Tirrenia, non ci resta
che ricorrere all’antitrust italiano
ed europeo. Nei prossimi giorni,
manderemo alle stesse una nota di
merito sulla quale potranno
approfondire l’operazione in
coerenza con le norme vigenti in
materia di concorrenza”.
Roma 16
gennaio
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