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CONCORDIA. CAPITANO LEOPOLDO MANNA, SCHETTINO MI SEMBRAVA CONFUSO

GROSSETO - "Schettino mi parlava per flash al telefono", e "mi sembrò scosso, filtrai nella mia mente quello che mi aveva detto per farmi un'immagine" e "mi balenò che non era l'interlocutore più adatto in quel momento, e mi ricordo di aver riferito questa impressione in centrale operativa". Così il capitano di vascello Leopoldo Manna, capo della centrale operativa delle capitanerie di porto a Roma, ricorda i suoi contatti telefonici con Francesco Schettino nelle fasi del naufragio della Costa. Manna ha testimoniato al processo. In un altro colloquio tra Manna e un operatore della sua centrale operativa - fatto sentire dai pm in aula - si sente il teste che dice anche: "Quel comandante è rinc...to, povero Cristo". La difesa di Schettino ha inoltre proposto una registrazione di una telefonata tra lo stesso Manna e il capo dell'unità di crisi di Costa, Roberto Ferrarini delle 00.41. Ferrarini riferisce a Manna che "la nave è appoggiata a 90 gradi sul fondo" aggiungendo che ciò "ha comportato il fatto che alcune persone non riescono a scendere, forse 50, non le so dire il numero, il modo per soccorrerle è un elicottero". Manna chiede anche: "Lei parla col comandante?". E Ferrarini: "Sì, il comandante non è sulla nave ma sullo scoglio e da lì segue" la situazione. "Ma lui non ha accesso a poter vedere, serve qualcuno di specializzato".

     

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