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Indagine interna Visemar sul Norman Atlantic

BARI - La Visemar, società armatrice proprietaria della "Norman Atlantic", ha avviato un'indagine interna sul naufragio della motonave avvenuto il 28 Dicembre scorso al largo delle coste albanesi.
Nell'inchiesta penale della Procura di Bari, l'armatore Carlo Visentini è indagato in concorso colposo con altre cinque persone per naufragio, omicidio plurimo e lesioni. Gli inquirenti baresi stanno però valutando se affidargli nei prossimi giorni la custodia giudiziaria del relitto, attualmente in capo all'Autorità portuale di Brindisi, la quale dovrà individuare al più presto la banchina dove ormeggiare la nave per le definitive operazioni di messa in sicurezza e per procedere agli accertamenti tecnici irripetibili.
Gli inquirenti baresi che indagano sul naufragio del traghetto, sono convinti che «L'incendio poteva essere domato prima». Da fonti vicine agli ambienti giudiziari si apprende che sono tre i punti fondamentali dell'indagine: l'imbarco, la gestione del fuoco e l'evacuazione.
Tuttavia la fase ritenuta «più critica» e che sarà oggetto di più approfonditi accertamenti, è proprio la seconda. Secondo la Procura di Bari, infatti, saranno fondamentali le verifiche sull'impianto antincendio e sulle procedure di gestione delle fiamme. L'incendio a bordo, ritengono gli inquirenti, è uno dei rischi di navigazione la cui gestione è stata sicuramente ostacolata dalle pessime condizioni meteo, con il vento e il mare in burrasca. È per questo che «la nave non doveva partire» dicono. Ed è anche per questo che saranno oggetto di indagine i contatti tra il comandante e la società noleggiatrice, la greca Anek, l'unica che aveva un interesse economico a far salpare il traghetto.
Nel lungo interrogatorio il comandante non ha tuttavia mai detto di aver ricevuto pressioni per partire. «Credevo di riuscire ad arrivare in porto» avrebbe riferito al pm Ettore Cardinali e agli uomini della Capitaneria di porto di Bari che lo hanno interrogato la notte del 31 Dicembre. 

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