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TIRRENIA, MONOPOLI MARITTIMI E DIRITTO ALL’INFORMAZIONE

Prima di Natale, sulle cronache nazionali de La Nuova Sardegna è apparsa una mezza pagina pubblicitaria acquistata da Tirrenia: la compagnia marittima formulava ai lettori “un mare di auguri”.
Non so quanto sia costata quella pagina, so di certo che alla Tirrenia non è stata regalata.

Da ieri, invece, i quotidiani sardi sono costretti ad occuparsi di un tema fondamentale per la vita dei sardi: il profilarsi di una posizione dominante nei trasporti navali che collegano Sardegna e Continente.

Riassumo brevemente quel che sta per accadere: nei prossimi giorni Moby Lines potrebbe assumere il quasi totale controllo di Cin. la società proprietaria di Tirrenia. Insomma, Moby sta per incorporare il suo principale concorrente.
Tirrenia, appunto.

Il rischio di una posizione dominante sui traffici marittimi è più che fondato.
Non c’è bisogno di spiegare quanto questa prospettiva dovrebbe essere seguita con attenzione dalla politica sarda e nazionale.
E non c’è nemmeno bisogno di spiegare con quale interesse l’informazione locale dovrebbe monitorare l’evolversi della situazione.

Tre anni fa, quando Tirrenia finì nella mani della Cin, i mezzi di stampa sardi posero con forza il problema del dominio assoluto di un unico soggetto sul cruciale punto dei collegamenti navali.
A leggere la cronaca de La Nuova Sardegna di ieri, mi è parso che questo possibile azzeramento della concorrenza sia stato trattato come un aspetto del tutto marginale dello scenario che va profilandosi, nascosto dietro il diligente resoconto dell’affare in via di definizione.
E invece l’idea di un unico signore dei mari andrebbe respinta in ogni modo.

Finisco di girarci intorno e vengo al punto.
Possiamo essere certi di un’informazione assolutamente neutrale sulla questione, se Tirrenia, Moby e Cin investono – come è nel loro pieno diritto – cospicue quote di pubblicità sui media sardi?
Non mi riferisco solo ai media tradizionali, perché è risaputo che Vincenzo Onorato è anche l’editore di un quotidiano online cagliaritano.
Insomma, esiste il rischio che l’affare Moby-Tirrenia passi in secondo piano.

Saranno solo questioni di principio, appena utili per giustificare l’esistenza della autorità antitrust?

No, non sono questioni di principio. Perché oggi ho provato a prenotare un’Olbia-Genova per tre persone con auto, partenza a metà luglio e rientro alla fine dello stesso mese. Su Tirrenia e Moby la tariffa più bassa che ho trovato è stata di 527 euro.
Troppo, decisamente troppo per una Sardegna in ginocchio.
Per andare dalla Corsica in Francia – da Ajaccio a Nizza, nel mio caso – nello stesso periodo e alle stesse condizioni sono riuscito a cavarmela con 367 euro.

Noi sardi avremmo il diritto di spostarci verso il resto dell’Italia agli stessi costi che un laziale deve sostenere per andare in Campania o in Toscana.
Questo è il principio della continuità territoriale, dovremmo ricordarcelo sempre.

Per venti anni ci siamo accaniti contro il colossale conflitto di interessi di Berlusconi. Un potere economico che diventa potere politico e finisce col controllare buona parte dell’informazione più influente, un corto circuito inaccettabile in un paese dalla democrazia compiuta.
Non crediate che quel conflitto di interessi possa essere l’unico, non vi illudete che non ne possano esistere di altrettanto dannosi.

Giusto preoccuparsi se qualcuno pensa di piantare ettari ed ettari di canne nei campi incolti del Sulcis o cardi nel sassarese, per fare della Sardegna un magazzino energetico.
Ma il rischio di diventare ostaggi in casa nostra, senza che nessuno abbia nulla da obiettare, a me sembra una minaccia ancora più grave.

http://www.sardegnablogger.it/tirrenia-monopoli-marittimi-e-diritto-allinformazione/

                                             

 

 

 

 

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