I LAVORATORI E LE LAVORATRICI
MERITANO RISPETTO
L’onda lunga del
processo di delegittimazione del
sindacato, in quanto entità solida
per la tutela dei
lavoratori/lavoratrici in una
società invece sempre più liquida e
senza punti di riferimento, non
accenna a calmarsi.
Portata avanti
dal “Premier” è stata ben presto
fatta propria da una parte cospicua
dei mass-media (organi di stampa e
canali TV) che non hanno fatto
mancare il loro contributo di bugie
e di inesattezza, e molto spesso di
vere e proprie falsità, alla
campagna di “rigetto” della stessa
ragione di essere delle
organizzazioni dei lavoratori.
Premesso che carta stampata e TV
sono controllate o di proprietà di
gruppi economici e imprenditoriali
chiaramente riconducibili, va
sottolineata una verità che è
assolutamente inoppugnabile. E cioè
che ci sono in questo Paese
perlomeno quindici milioni di
persone che ogni mese “votano” la
loro fiducia alle organizzazioni
sindacali: come? Versando una quota
mensile, dopo aver liberamente
scelto il sindacato cui destinarla.
E qui non ci sono sondaggi che
tengano, sono, per dirla con uno
slogan pubblicitario di moda “solide
realtà”.
Ed è quindi a
questi quindici e passa milioni di
cittadini “adulti” che il movimento
sindacale si rivolge: cittadini, non
“sondaggi”, esseri umani non
fantasmi, cittadini lavoratori,
pensionati, precari e giovani in
attesa di lavoro, (ed è l’ennesimo
falso che il sindacato non registri
tra le sue file giovani in attesa di
lavoro, disoccupati, cassintegrati).
Finiamola,
finitela, dunque di andare a cercare
“chi rappresenta chi”. I lavoratori
credono in noi, chi cerca un lavoro
lo cerca sperando di non trovarlo
precario, chi studia per poterlo
cercare con possibilità di successo
vuole avere la possibilità di una
“formazione” adeguata.
E’ dunque con
tutti costoro che il nostro dialogo
è aperto e continuerà ad essere
aperto nelle fabbriche, negli
uffici, nei posti di lavoro, nella
scuola, e anche nelle istanze
territoriali di quartiere e di zona.
Non toccare i
diritti di chi li ha conquistati con
dure lotte e profondi sacrifici: far
acquisire questi diritti a chi non è
ancora riuscito a conquistarli;
primo tra tutti il diritto al
lavoro. E nel condurre un’azione
globale, che investa l’”universo
lavoro” per sconfiggere la pretesa
di “atomizzare” il movimento
attraverso la polverizzazione
contrattuale che porrebbe il
lavoratore solo contro chi
distribuisce il lavoro rendendolo
succube di odiosi e insopportabili
ricatti in termini di sottosalari di
orari di lavoro e di sicurezza.
Ne faremo tante
di queste assemblee: e chiariremo le
nostre proposte e i nostri
intendimenti.
Ci sono fior di
articoli della Costituzione dietro
le nostre “ragioni” il nostro
compito, il nostro dovere è farli
rispettare. Dallo Stato, dal Governo
e dagli “imprenditori” Questi
ultimi, si offendono ad essere
chiamati “padroni”, dimostrino con i
fatti di non meritare questo
termine.
C’è una postilla
da aggiungere: noi siamo pronti al
dialogo. Ma siamo anche pronti al
confronto più duro. Non siamo dei
fans dello sciopero, ma sappiamo
bene quanto è necessario farlo.
Il
Segretario Generale
Claudio
Tarlazzi

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