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torre1.itALLIEVI UFFICIALI.....UNA CRISI SENZA FINE?

 

   Il mestiere del mare è un mestiere da paese emergente. Si usa dire che il figlio del marinaio diventa comandante e il figlio  del comandante diventa dottore. In Italia questo detto è stato rispettato durante tutto il boom economico quando gli iscritti ai Nautici sono andati progressivamente diminuendo e l’Armamento Italiano ha sofferto la carenza di personale qualificato fino agli anni 90 quando, con l ’avvento del Registro Internazionale, gli è stata data la possibilità di imbarcare personale extracee.

 

   L’attuale crisi economica, che sta sospingendo il paese indietro, ha riempito nuovamente gli Istituti Nautici che sfornano Allievi Ufficiali che però, nella stragrande maggioranza dei casi, trovano difficoltà ad imbarcarsi. I motivi sono molteplici e alcuni di difficile soluzione.

 

   Rispetto agli anni 80/90  il mondo marittimo è profondamente cambiato. La cultura industriale  vi è entrata  prepotentemente sovrapponendosi  e scalzando i vecchi sistemi operativi.  Qualità, Vetting, Audit, Security sono diventati ormai termini del lessico marittimo ed il personale imbarcato è diventato una componente essenziale per raggiungere quegli standard di qualità che permette all’Armatore di restare sul mercato .Se ancora negli anni 80 si poteva pensare di formare un equipaggio  aggregando intorno a 3/4 figure di riferimento ( di solito Comandante, Direttore Primi) del personale ingaggiato alla bisogna,  possibilmente a basso costo, oggi ciò si rivelerebbe un suicidio commerciale.. In questo mutato scenario la scuola nautica si dimostrata incapace di adeguarsi. Il livello professionale di chi esce dai Nautici è scadente, la lingua inglese, primo tassello fondamentale, per costruirsi una carriera in mare è quasi sconosciuta  le materie professionali sono inadeguate. Soltanto adesso e dopo anni di “warning” da parte dell’UE e un atto formale di messa in mora  i Nautici, il Ministero dei Trasporti e quello dell’Istruzione  cercano di adeguarsi agli standard STCW, pena   la scomparsa della scuola nautica in Italia.Pochi sanno che a tutt’oggi non è stato ancora risolto il problema dei mesi di scolarizzazione previsti dalla STCW per accedere agli esami per Comandante e Direttore, anche questo problema per la prima volta rilevato nel 2009 non è ancora stato risolto. Nel dicembre del 2008 l’EMSA ( ente europeo per la sicurezza marittima) ispezionò 9 istituti nautici la lista delle deficienze è impressionante fra questi:

Mancato aggiornamento dei programmi di studio

Assenza di un sistema di qualità che controlli le fasi di attuazione dei programmi

Assenza di norme di qualità dei ministeri competenti

Mancato monitoraggio da parte del Ministero.

E’ evidente quindi  che il primo ostacolo per chi vuole intraprendere la professione marittima risiede in  una burocrazia inadeguata figlia di un Paese sempre più in affanno a stare al passo con il mondo.

 

  Il registro Internazionale ha salvato il “cluster” marittimo nazionale dall’estinzione e con la sua istituzione la marina mercantile italiana è risorta ma attraverso esso  si sono aperte le frontiere agli equipaggi misti. Molti vedono in questo un grave limite del R.I. ma pochi comprendono che nel lavoro marittimo gli steccati nazionali  erano  saltati già da tempo e che questo deve essere visto come un’opportunità Se è vero infatti che ufficiali  stranieri imbarcano su navi italiane e pur vero che molti ufficiali italiani imbarcano su navi straniere .Ne potrebbero sicuramente imbarcare di più se è vero che nel mondo vi è una carenza di circa 40.000  ufficiali se solo fossero professionalmente attrezzati per competere sul mercato internazionale.

 

D’altra parte non tutto l’Armamento nazionale è omogeneo  non lo è per dimensioni per tipologia di navi per offerta qualitativa. Molte aziende hanno difficoltà a percepire un mondo che rapidamente cambia e rimodella i fondamentali con i quali si deve stare sul mercato. Altre Società, prevalentemente quelle che lavorano nel primo mondo in traffici specializzati ad alto potenziale inquinante hanno necessità di avere standard di qualità molto elevati e questo lo ottengono con personale fidelizzato preparato e motivato. E’ in queste Aziende che la crescita professionale del marittimo viene guidata e attentamente monitorata. Sono queste Aziende che,come standard ,imbarcano allievi. Attenzione però proprio per quanto  detto non è scontato che siano italiani. Se lo sono molto probabilmente  sono inseriti nei programmi scuola lavoro dell’Accademia di Genova e della  Fondazione Caboto di Gaeta, le uniche istituzioni, private, che lavorano sull’elevazione professionale dei giovani allievi.

 

  Se ne potrebbe imbarcare  in maggior numero? Certo ma vi sono altri ostacoli nel cammino di questi ragazzi. IL primo è sindacale. L’allievo non è previsto nelle tabelle di armamento delle navi  ma a lui si applica il Contratto Collettivo Nazionale (per inciso vecchio strumento residuato di un’altra era  geologica che nessuno ha la forza,la voglia, la cultura di modernizzare non i Sindacati non Confitarma) è uno strumento superato che invece di spianare la strada all’allievo  ne frena gli inserimenti  equiparando l’allievo al marinaio o all’ufficiale. Un contratto ad hoc di apprendistato snello che tenga presente il percorso di crescita del ragazzo con un “entry level” retributivo modesto e onnicomprensivo, con un aiuto all’Armatore che si impegna ad imbarcare più di un allievo  riconoscendogli le spese viaggio di vitto e alloggio oltre alle spese per l’attività di formazione  attingendo dal Fondo Nazionale Marittimi. A questo proposito parliamo di un altro disincentivo all’imbarco. La tonnage tax prevede, per quelle navi alle quali è applicata, l’obbligo di imbarco di un allievo. L’obbligo è mitigato dando la possibilità di pagare una penale di 60 Euro per ogni giorno di assenza da bordo dell’allievo. Ebbene la penale è inferiore al suo costo  quindi si disincentiva l’imbarco. Per colmo di ironia la penale viene versata al Fondo Nazionale Marittimi che per legge deve finanziare attività formativa per gli allievi, che però non trovano imbarco.

Per i suddetti motivi noi come unione sindacale auspichiamo una modifica della Tonnage Tax in modo da incentivare le possibilità di imbarco degli allievi Ufficiali.

 

 

CLAUDIO TOMEI

      Presidente

   U.S.C.L.A.C.

 

 

 

 

 

 

                                      

 

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