La Maria Grazia Onorato all’Elba

Questa nave, che porta il nome della moglie di Achille, è l’emblema di un amore forte e indissolubile nonostante il tempo. Un concentrato di tecnologia avanzata. E con una impressionante capacità di carico, la maggiore di tutto il Mediterraneo.
Costruita dai cantieri tedeschi di Flensburg, a partire proprio da maggio, entrerà in linea sulla rotta Genova-Livorno-Catania-Malta. Ma prima di impegnarsi nella sua “missione” ha voluto salutare l’Elba e i suoi abitanti facendo capolino nel porto di Portoferraio proprio nei giorni in cui è in programma l’intitolazione della porzione di molo ad Achille Onorato.
Una favola romantica, sì. Ma anche molto concreta. Perché questa nave rappresenta anche tutto ciò che costituisce un valore imprescindibile per la famiglia Onorato: i marittimi italiani. Al fianco dei quali Moby e Toremar, ogni giorno, combattono per vedere garantiti loro i giusti diritti e le migliori condizioni di lavoro. Sulla fiancata, infatti, dipinta con i colori della bandiera italiana, fa sfoggio di sé l’enorme scritta “Onorato per i marittimi italiani”.
Durante la cerimonia del varo è stato lo stesso Vincenzo Onorato a dichiarare: «Questa nave è un manifesto politico. Una presa di posizione da 33mila tonnellate di ferro che scende in mare in difesa dei marittimi italiani […] per ridare speranza e futuro a quelle 60mila famiglie del sud che dal mare e dal lavoro sulle navi attingevano il loro reddito per sopravvivere e che oggi sono invece a subire con l’onta della disoccupazione, le conseguenze di una palese violazione nello spirito della legge che, a fronte degli sgravi fiscali e di fatto un azzeramento delle tasse per gli armatori nazionali, li avrebbe dovuti costringere a utilizzare solo personale marittimo italiano o comunitario. Questa è la mia battaglia personale».
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