14-01-2019

SICUREZZA E LAVORO. Il nemico dei marittimi

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Dal settimanale di Decio Lucano

Ona onlus è l’osservatorio nazionale sull’amianto , l’anno scorso ha organizzato un convegno a Piano di Sorrento sui diritti dei lavoratori del mare, in Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto di cui 33 milioni compatto e 8  milioni di tonnellate di amianto friabile.

Tra le categorie maggiormente colpite dall’esposizione professionale a polveri e fibre di amianto rientra certamente anche quella dei lavoratori del mare.

Il largo utilizzo di questo materiale tossico, un tempo massicciamente presente nel settore navale, ha determinato e ancora oggi determina, una vera e propria strage silenziosa tra questi operatori.

A tal proposito, recenti studi scientifici hanno rivelato numeri davvero preoccupanti, con vicende riscontrabili in gran parte del territorio nazionale, dalla liguria alla campania, alla puglia, sardegna, sicilia, ecc.

Emblematico e’ stato il caso procida, isola connotata da una forte ed antica vocazione marinara, dove gia’ nel 2014 si registrava un elevatissima percentuale di patologie asbesto correlate.

Secondo le stime dell’o.n.a (osservatorio nazionale amianto), la cosiddetta “fibra killer” ha causato tra i naviganti italiani piu’ di 1.600 vittime, un dato parziale, considerando il periodo di latenza della malattia che puo’ variare dai 15 ai 25 anni e secondo alcuni esperti, persino oltre.

Occorre ricordare che l’amianto e’ stato definitivamente bandito in italia con l’avvento della l.27 marzo 1992, n.257 (norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto).

Anche gli armatori hanno dovuto pertanto adeguarsi alla normativa, provvedendo alla dismissione progressiva di gran parte del naviglio mercantile contenente il minerale cancerogeno.

Pur tuttavia, un alta percentuale di imbarcazioni a rischio attraversa ancora i mari. Il capitolo “amianto” per la storia della marineria italiana rappresenta senza dubbio un passaggio grave ed oscuro in cui il diritto inalienabile alla salute e’ stato ingiustamente violato e calpestato, cio’ nonostante, il riconoscimento di misure previdenziali e sanitarie per i lavoratori esposti, nonche’ l’accesso alle indennita’ di natura risarcitoria, spesso impattano con tecnicismi ed ostacoli burocratici insormontabili.

Si calcola che in italia siano circa 30 mila le pratiche che risultano inevase: 30 mila persone alle quali non e’ ancora stata data nessuna risposta!

Sebbene tale comparto costituisca un’eccellenza per il sistema paese, i marittimi, inermi di fronte ad un nemico ostile di cui neppure conoscevano l’esistenza, sembrano essere completamente abbandonati dalla politica e dalle istituzioni.

Concludo queste brevi riflessioni, auspicando che le oggettive difficolta’ e il tempo ormai trascorso, non inducano la gente di mare e le loro famiglie ad una sorta di rassegnazione rispetto ad una tragedia, che forse qualcuno vorrebbe incolpevole figlia dei suoi tempi.

Felice Magarelli

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