27-09-2019

Mattioli: «Un fondo pubblico a sostegno dell’armamento» / IL COLLOQUIO

Genova - «Nel 2015 una circolare Abi da noi caldeggiata invitava le banche a preferire, in fase di chiusura del rapporto, i fondi con finalità “amichevoli”. In parte ha funzionato, in parte no», dice il presidente di Confitarma.

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Genova - L’ultimo caso, in ordine di tempo, ha toccato il gruppo Moby: alcuni fondi hanno chiesto al tribunale l’apertura della procedura concorsuale, l’armatore si è difeso depositando in procura una querela per calunnia. Non è la prima volta che il rapporto fra finanza e shipping genera scontri così aspri, a testimonianza di una conflittualità che spesso si rivela impossibile da contenere.

Mario Mattioli, presidente di Confitarma, lo premette: «Il nostro obiettivo, da oramai dieci anni, è educare le parti al rispetto reciproco, evitare strascichi lunghi e dolorosi per tutti: per l’azienda e per il creditore. È sempre spiacevole leggere di richieste di istanze di fallimento, a maggior ragione se parliamo di un gruppo così importante a livello nazionale, con un forte radicamento nel Paese e con un altrettanto forte impatto occupazionale». Moby da tempo ha lasciato polemicamente Confitarma, ma di fronte agli eventi degli ultimi giorni non c’è spazio per le divisioni interne all’armamento italiano. «Sta succedendo a Moby ciò che stigmatizziamo da tempo, e che purtroppo è successo anche a nostri associati - dice Mattioli -. Ed è una cosa che non fa bene a nessuno: né a chi la mette in campo, né a chi la subisce. Da anni, in associazione, dialoghiamo costantemente con i fondi: tutti, tranne uno, hanno manifestato interesse a capire il nostro mondo, ad accettarne i cicli, a.....clicca qui per l'articolo completo

 

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