02-03-2020

Marittimi "Malattia Professionale"

I lavoratori marittimi per il tipo di lavoro specifico che svolgono, risultano essere una delle categorie maggiormente a rischio infortuni.

Un’attività talmente specifica “da non poter essere paragonata a nessun’altra occupazione, in primo luogo per l’ambiente in cui viene svolta: la nave”.

La particolare natura del lavoro a bordo delle navi (organizzazione delle attività, turni irregolari, lavoro notturno, condizioni generali di vita a bordo, alimentazione non sempre adeguata, fatica fisica e stress), riveste un peso importante nel determinismo di eventi infortunistici e, più in generale, incide sulle condizioni di salute della gente di mare.

La nave come ambiente di lavoro presenta dei rischi specifici ai quali è esposto il lavoratore: quali pavimentazioni scivolose, vibrazioni, rumorosità”. La rumorosità, oltre a esporre al rischio di malattia professionale, “può comportare problemi di comunicazione tra colleghi, aumentando il rischio di infortunio”. Storicamente l’ipoacusia da rumore è la malattia professionale più frequente tra i marittimi, soprattutto per le qualifiche di macchina”.

La Malattia Professionale è un evento lento e progressivo contratto nell’esercizio e a causa, nesso di casualità diretto, di un’attività lavorativa che ne può essere la causa esclusiva oppure concorrente.

L’infortunio sul lavoro è la causa violenta e lesiva in occasione di lavoro da cui può derivare un’inabilità permanente o assoluta, temporanea superiore ai 3 giorni o addirittura può causare la morte. 

Tutte le malattie causate (o concausa) dall’attività lavorativa sono definite professionali.

La differenza tra infortunio e malattia professionale sta nel fatto che:

Mentre l’infortunio è un evento improvviso e violento che danneggia l’integrità psico-fisica del lavoratore, la malattia professionale è un evento lento, diluito nel tempo.

Tuttavia con la revisione delle tabelle delle malattie professionali è stato facilitato il riconoscimento anche delle “malattie causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-braccio, l’ernia discale lombare e le malattie da sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore e del ginocchio”.

Ora le malattie riconosciute “sono concentrate, per quasi il 62%, sul sistema osteomuscolare” e “seguono, con una percentuale molto più bassa, le malattie dell’orecchio” (circa il 15%).

A tal proposito si ricorda che “l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, segnala le malattie del sistema muscolo-scheletrico, come le più diffuse in Europa tra quelle correlate all’attività lavorativa, individuando alcuni fattori che possono contribuire alla comparsa dei disturbi muscolo-scheletrici, ad esempio l’uso della forza, i movimenti ripetitivi, le posizioni scorrette e statiche, le vibrazioni, gli ambienti di lavoro freddi”. Ed, infatti, “alcune caratteristiche dell’ambiente di lavoro dei marittimi ed alcune specifiche attività svolte a bordo” riguardano i fattori sopra elencati.

In definitiva, concludo sostenendo che, il settore marittimo merita, “per le peculiarità dell’ambiente e della tipologia di lavoro”, futuri studi ed approfondimenti specifici sui rischi di infortunio e malattia professionale.

C.L.C Mario Collaro

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