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               Rubrica

           Camillo Scala

Ma cosa fanno i marinai quando non navigano  

 

 

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Associazione "Gli Amici del Mare": La Storia,gli Uomini e le Tradizioni -Un tuffo nel passato.

                        

                                                 Una storia da ricordare

Ci sono ricordi che non vanno via tanto facilmente dalla mente di una persona, uno di questi è per me indelebile, sarà stato forse per la mia giovane età.

Ciao nonno Ciccio, ti presento il mio fidanzato, brava bene, risponde lui, con quegli occhi di azzurro mare che esprimeva una bontà d’animo infinita.

Come ti chiami? Ciro risposi. Quanti anni hai? Venti. E che lavoro fai?   il militare in marina. Ma sei sulle navi da guerra ?Si rispose.

Da quel momento una lunga pausa di silenzio. E da li in poi  una reciproca stima. Dopo tanti anni e veramente causalmente, anche perché in famiglia non si parlava mai della storia che ora vi racconterò ,mi trovo a scoprire come mai quel mio nome CIRO aveva fatto brillare quegli occhi di color mare.

L’episodio storico merita di essere ricordato per rendere omaggio alla memoria dei caduti.

Era il 15 febbraio 1920, a Largo Portosalvo a Torre del Greco, costruita dai cantieri Aniello  Palomba della cantieristica torrese, era varata la nave goletta “Eduardo Scarfoglio”, fatta costruire dall’armatore torrese Antonio Altiero in onore dell’amico giornalista e fondatore del giornale “il Mattino”.

Torre del Greco era in festa, fin dalle prime ore del mattino la popolazione torrese era raccolta, imbandierata sfarzosamente per il grande evento ,fieri di dare alla marina mercantile un’altra unità che accrescerà la prosperità di questa gente navigatrice. Intorno al bastimento una gran folla che aspetta trepida, dai balconi, dalle terrazze e dalle finestre festante tanta gente che orgogliosa aspettava il varo.

Alle ore 11 dopo la benedizione, l’opera delle maestranze torrese si conclude con il varo. La nave scende nelle onde spumanti e frementi, in mezzo alla generale commozione e agli applausi di tutta la folla.

Dopo anni di esercizio, purtroppo, la nave goletta Eduardo Scarfoglio nella notte tra l’11 e 12 aprile 1938 naufragò nella baia di S.Vito lo Capo(TP).

In questa tragedia perse la vita il Capitano Domenico Borriello e il nostromo Antonio Gaudino e solo grazie alla determinazione e al coraggio di alcuni pescatori Sanvitesi, nonostante il mare grosso, riuscirono ad aiutare e a portare in salvo sei marittimi.

Fra questi naufraghi c’era il figlio di nonno Ciccio di anni sedici e di nome Ciro Isoletta.

Quel giorno il mare rilasciò questo figlio alla sua famiglia , ma non lo fece dopo .

Appena quattro anni dopo, a solo venti anni, il nostro Ciro Isoletta era imbarcato sul cacciatorpediniere Aviere .Durante la navigazione,  nel mediterraneo centrale ,il 17-12-1942 , mentre la nave scortava un convoglio fu attaccata e silurata da un sommergibile  affondando rapidamente.

Furono recuperati dai mezzi di soccorso due morti e ventinove superstiti  ma nessuna traccia di Ciro Isoletta. Da allora del nostro giovane marinaio più nessuna notizia, o meglio si : disperso in mare. Oggi, alla famiglia rimangono i ricordi e una croce di guerra, a me la vista di quegli occhi di azzurro mare che spesso lacrimavano commossi a guardarmi e sentire il mio nome.

  

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