TRASPORTI NAVALI. E' CRISI
PROFONDA
MILANO (WSI) – Il settore del trasporto
navale mondiale
è in completa crisi. A dirlo sono i
bilanci del secondo trimestre del
2016 pubblicati dalle più grandi
società del settore: di queste 11 su
12 sono in grave perdita.
Gli analisti stimano che entro la
fine di quest’anno il settore
marittimo potrebbe perdere
9 miliardi di euro dei 150 miliardi
fatturati ogni anno e questo per due
ragioni, come spiega L’Economist.
La prima ragione riguarda la
difficoltà incontrata negli ultimi
anni dal commercio internazionale
dove a farla da padrone è stata la
crescita economica sempre più lenta,
a cui si aggiunge il fatto che
sempre più aziende decidono di
produrre nei paesi dove vendono i
loro beni e non in patria e
poi spedirli.
L’altra ragione riguarda il fatto
che dopo il 2011 le compagnie
di trasporto hanno
realizzato un numero maggiore di
nuove navi con la conseguenza che
sono crollate le tariffe, segnando
in negativo logicamente i bilanci
delle compagnie di navigazione. La
soluzione? Ritirare le navi in
eccesso, ma è difficile da
realizzare perchè significa perdere
milioni di dollari spesi per
costruirle.
La soluzione migliore in questi casi
è capire come ottimizzare le
attività di
risparmio sui costi e
tornando a fare utili. In una parola
sola digitalizzare. Pioniere della
digitalizzazione nel settore dei
trasporti marittimi è la Maerske che
ha deciso di dividere le sue
attività di gestione dei porti da
quelle di spedizione ma soprattutto
ha attuato una nuova iniziativa che
prevede di riempire le sue navi di
sensori.
Ma a cosa servono? I sensori
invieranno al porto, ancor prima
dell’attracco, molti dati in modo
tale che le autorità portuali
possano rifornire subito la nave di
tutto quello di cui ha bisogno in
breve tempo in modo tale che possa
ripartire subito. Maerske è un
esempio per altre società operanti
nel settore ma, come scrive L’Economist,
accanto alla digitalizzazione e
all’ottimizzazione, occorre in
circolazione
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