Comunicato Stampa INTERVISTA A
MICHELANGELO CAMELLITI, EDITORE DI LIETOCOLLE di Emilia Biagini A Faloppio (CO), opera da più di
trent’anni la Casa Editrice LietoColle. Abbiamo rivolto qualche
domanda all’editore Michelangelo Camelliti. Michelangelo Camelliti, molti anni fa
cominciò a creare piccoli libri di poesia nel retrobottega della
sua cartolibreria. Da allora di anni ne sono passati molti e
LietoColle è ormai da considerarsi una tra le maggiori case
editrici italiane di poesia. È cambiato il suo rapporto con la
creazione del libro o riesce ancora a viverlo con le emozioni
degli inizi? “Smetterei di fare libri se non
sperimentassi, per ognuno di essi, la stessa passione degli
esordi. Ogni libro LietoColle è un’esperienza che coinvolge
l’autore e l’editore, accanto ad alcuni – pochissimi –
collaboratori che vivono con noi la costruzione dell’opera fino
alla pubblicazione e diffusione, in un continuo scambio di idee
e sensazioni che mira ad offrire al lettore la migliore
condizione di fruizione. Insomma, lavoro e lavoriamo per essere
e dare testimonianza che la parola poetica sopravvive e vive, al
di là di tutti i dibattiti estivi sui suoi significati, ed è una
straordinaria compagna di viaggio che sa aprire porte e spazi
altrimenti indisponibili.” L’aspetto che più sorprende del suo
percorso editoriale è la grande apertura verso i giovani poeti.
C’è una motivazione di fondo che la spinge a investire sui nuovi
autori? “È nel DNA di LietoColle, fin dagli
inizi, occuparsi di poesia scritta da giovani autori, e fa
piacere osservare che, nei più di trent’anni di attività della
casa editrice, una parte significativa di poeti poi divenuti
“importanti” ha pubblicato la prima silloge con noi. D’altra
parte, in un panorama editoriale sempre più complesso e
stratificato, sapersi distinguere anche rispetto alla propria
storia essendosi riappropriati della propria linea originale è
stato ed è il motore del nostro muoverci, con sobrietà e
discrezione, perché la “buona poesia” possa espandersi e dare il
proprio contributo alla bellezza.” Ci può parlare del rapporto di
collaborazione di LietoColle con Pordenonelegge? Ci sono le basi
perché possa continuare anche in futuro?
“Il
rapporto nasce nell’intento di concentrare le energie per la
valorizzazione della poesia di giovani autori italiani. I primi
due anni di collaborazione, infatti, la “Gialla” – collana
creata insieme proprio per pubblicare testi di giovani poeti –
ha consentito ad otto poeti e poete di pubblicare la propria
silloge e promuoverla attraverso le capacità di LietoColle e
Pordenonelegge nel diffondere i testi e le loro ragioni.
Quest’anno – il terzo – la Gialla raddoppia: accanto a quattro
libri di giovani, infatti, la Gialla diventa “Oro” nella
pubblicazione di quattro opere di altrettanti autori affermati
nel panorama poetico nazionale e internazionale: il primo a
credere nell’esperienza è stato il direttore artistico di
Pordenonelegge, Gian Mario Villalta, che con il proprio nuovo
libro di poesia “Telepatia” ha aperto la strada ad altri
autori di fama e significato. Un gesto di generosità e coraggio,
che testimonia come – attorno alla poesia “onesta” – vi siano
ancora spazi di crescita ed attenzione per il lettore.” Un discorso a parte merita l’impegno
verso la poesia internazionale contemporanea. È sempre più
frequente scoprire tra le novità editoriali di LietoColle poeti
di altri paesi, tradotti in italiano. Anche questa è una scelta? “Sono sempre stato attratto dai
linguaggi e dalle esperienze diverse dalla mia, esperienze che
spesso raccontano vissuti di spessore e densità umane e
letterarie. Negli ultimi tempi una serie di intuizioni e
fortunati incontri ha favorito questa propensione, che – nel
2016 – ha trovato una propria espressione alta nei “Dialoghi con
Brodskij” di Salomon Volkov, ma anche nelle traduzioni dei poeti
polacchi – Zagaiewski in testa – dell’ultimo “Quadernario”,
passando per Pleynet e Bignozzi e numerosi altri autori
importanti. Altre chicche sono in preparazione per la fine del
2016 e per il 2017. Anche qui, si conferma e consolida una
tradizione e propensione da sempre appartenenti a LietoColle,
nell’indagare quello che altri editori non considerano o
valorizzano.” Cosa significa fare l’editore di
poesia oggi? E-book, e-reader, ecc., secondo lei, in
futuro, soppianteranno il libro cartaceo? “Sento dire da molti che il libro
elettronico avrà significato solo nella portabilità, ma
“l’erotismo della carta” resisterà certamente, almeno per la
poesia. Il piacere dell’”oggetto libro” rimane nella solco della
nostra cultura, mai dimenticando che l’Italia è stata per secoli
una tra le culle del patrimonio librario del mondo, e resta un
Paese fondamentale per il libro in quanto oggetto e soggetto
d’arte non solamente tipografica. Per parte nostra, realizziamo
diversi e-book di libri stampati su carta, ma non siamo nella
prospettiva di passare al digitale tout court: si tratta sempre
di rinforzi utili alla diffusione dell’opera, non di una scelta
che ci vede ancora solidamente schierati per la carta poetica.” Una curiosità. In qualità di editore
quanti manoscritti riceve all’anno? E, in media, in quanti di
questi manoscritti è rintracciabile la Poesia?
“Riceviamo
– in ordine di grandezza – un migliaio di manoscritti l’anno.
Alcuni capiamo ad un primo sguardo che non hanno né avranno modo
di trovare spazi nel catalogo LietoColle, mentre ad altri autori
che inviano testi non ancora pronti, ma con spazi di cura e
miglioramento possibili, suggeriamo di far maturare la propria
parola e di riproporla quando sentiranno che il loro lavoro è
adeguato. Certo, in un ambiente nel quale tutti scrivono e
pochissimi leggono, non ci si può attendere un livello di
qualità media elevato. Insomma, sempre in ordine di
grandezza, pubblichiamo circa un ventesimo di quello che ci
viene inviato.” C’è qualcosa che avrebbe voluto fare e
che ancora non è riuscito a realizzare? “Sì: il
prossimo libro LietoColle.”
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